lunedì 25 novembre 2013

IL PRIMO STRUMENTO

Alla fine ce l'abbiamo fatta. E anche in tempi brevi; certo, paragonata alle session classiche di blues, un'intera giornata per registrare un disco, più relativi giorni seguenti per aggiunte (pochissimi, quasi nulli i ritocchi, giuro!) e mixage, la registrazione del primo album di Mr. Wob and the Canes pare un'impresa mastodontica e faraonca. Ma in comune c'è stata la scelta di suonare tutto in diretta e di usare il suono naturale della sala di ripresa. Ovverosia dello strumento principale di questo "disko". Wob e i suoi fidi Cani hanno discusso in maniera piuttosto approfondita sul risultato che si voleva ottenere. L'intenzione era quella di mantenere il più possibile il senso "diretto" del nostro modo di essere nella musica. Non tanto una ricostruzione filologica del sound dei dischi classici del blues (anche perchè, visti i riferimenti al blues archetipico, sarebbe bastata una toilette) e neanche una riproduzione dei nostri live, ben più caciaroni.
Come posso spiegarmi? In verità molti musicisti pensano che il risultato artistico di una performance musicale è dato tanto dal repertorio, dal linguaggio, dalle capacità, quanto dal fatto che si sta suonando in un posto piuttosto che in un altro. In una baita dove si spande l'odore dei Canederli o sul ciglio di un'autostrada col tanfo di asfalto.. Mr. Wob and The Canes, pur riproponendo delle costanti del loro universo musicale han cercato di approfittare dell'occasione fornita dall' ambiente della sala di ripresa dello Studio Beat e delle capacità improvvisative di Gianluca Zanin. Che si è dimostrato essere l'uomo necessario per il nostro trio, inventando soluzioni diverse a seconda delle circostanze e dell'estro. Come, per esempio, microfonare il rullante in un certo modo, tenere "sotto" certe ritmiche, utilizzare il riverbero naturale fino a moltiplicarlo, fornendo un'immagine a volte spettrale del sound della band.
Che, certamente, sarà un po' diversa da ciò che è stat sino ad oggi. Probabile che siano accresciute delle consapevolezze e colte delle opportunità che l'avventurosa carriera live aveva lasciato in secondo o terzo piano. Per quel che riguarda Cane Sugo, visti i risultati e la capacità (senza falsa modestia) di mettersi in relazione con l'ambiente dello studio, è sembrato a tratti che il folk blues voodoo sia un punto di partenza perchè nascano e/o entrino altre cose. Come sempre succede quando si va al principio delle cose le scoperte e le aperture sono inimmaginabili e ciò che è avvenuto dopo (forse esagerando) appare quasi un travisamento di intenti.
Comunque i Canes ringraziano tutti coloro che han collabrato: ovverosia Alejandro Garcia Hernandez alle percussioni, Enrico Pagnin al fife, Marco Cecchetto all'armonica, Giulia Santi e Francesca Sciarretta (aka M.me Francyne) agli shouts. E i due adorabili mici neri sempre a ronzare nei paraggi dello studio.





1 commento:

  1. Cari ragazzi,
    vi ho visto l'altra sera al Metri Cubi e mi siete piaciuti tantissimo. Ci terrei molto ad avere quanto prima (o, comunque, non appena sarà disponibile) una copia del vostro disco; se avete piacere, posso recensirla sul blog sottostante (noteinlettere), che tratta di musica la più varia.
    Come posso contattarvi? Non ho facebook. Ma vi lascio la mail: sognojamaica@hotmail.com
    ciao e complimenti
    Orgio

    RispondiElimina